A cura di Silvana Serafin, Alessandra Ferraro, Anna Pia De Luca e Daniela Ciani Forza
Il presente numero della rivista, attraverso i luoghi e i testi letterari delle migrazioni, considera l’impatto dei migranti con la realtà geografica del Nord, del Centro e del Sudamerica. In quelle vaste lande sono confluiti viaggiatori curiosi alla scoperta della vera identità, ma anche tanti europei − italiani in primis – alla ricerca di un lavoro, popolazioni di nativi americani di varie etnie, che dalla campagna si sono riversate nelle città, dando vita a quel crogiolo multiculturale costituito dal Nuovo Mondo. Via via che i processi migratori si sono intensificati, si è assisito ad una graduale trasformazione rispetto alle iniziali descrizioni ambientali. In un primo momento, sono prevalse le emozioni, le aspirazioni più intime, i desideri nascosti, le astrazioni − funzionali allo schema della narrazione −, con il risultato di creare opere, imitazione di un’armonia difficilmente riscontrabile fuori di casa propria. Successivamente, si è assistito alla rivisitazione del passato, secondo un concetto di ‘liminarità’ relativo a individui, a situazioni, a superfici e a tempi; ciò ha permesso di riscrivere la storia di transizioni identitarie all’interno di realtà geografiche considerate sempre più proprie, mentre va definendosi il concetto di patria. L’obiettivo è quello di dimostrare in che modo la realtà geografica delle Americhe trovi un punto comune di contatto negli ampi spazi che la letteratura percorre, evidenziando occasioni di dialogo o di silenzio tra i testi stessi e le località su cui si misura l’esperienza diretta del migrante. Zone idonee a presentare non solo stratificazioni geologiche, ma anche sovrapposizioni di storie e di racconti, di cultura e di natura, di visione letteraria e di esperienze dirette − siano esse belle o brutte, traumatiche o esaltanti−, di passato e di presente, di vuoto e di pieno, di ancestrale e di nuovo.