Il volume raccoglie centocinquanta missive indirizzate allo scultore pordenonese Ado Furlan tra il 1930 e il 1956 da una trentina di amici, pittori, scultori e incisori, appartenenti per nascita e formazione al cosiddetto Nord-Est. Disposte in ordine cronologico, esse permettono di seguire le vicende dell’artista dagli anni dell’Accademia all’immediato dopoguerra, allorché diventerà uno dei principali promotori della vita artistica e culturale della sua città natale.
All’interno dell’epistolario si distinguono le lettere del pittore udinese Emilio Caucigh, dello scultore veneziano Antonio Carestiato e del pittore e fotografo Italo Michieli. Tra i temi che caratterizzano le varie lettere, oltre la volontà di affermazione e il desiderio di vivere e lavorare a Roma, emergono le questioni sindacali e le problematiche legate alle attività espositive degli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Nella seconda metà degli anni Quaranta si approfondisce il rapporto con il pittore Anzil, con il quale Ado Furlan esporrà a Udine nel 1947. L’epistolario si conclude con una lettera del pittore veneziano Fioravante Seibezzi, fondatore a Pordenone della galleria d’arte 'Il Camino', che costituirà luogo di ritrovo di letterati e di artisti.