Romano Vecchiet
Il volume è una raccolta di saggi che ‘raccontano’ – attraverso tredici capitoli – un ambito finora molto trascurato della storia economica della Piccola Patria, quello delle strade ferrate. A partire dalla metà del XIX secolo, esse hanno accompagnato le speranze e le ipotesi di riscatto economico e culturale della classe dirigente friulana, ma anche, successivamente, di sempre più larghi strati della popolazione, penetrando stabilmente nel tessuto sociale e culturale che materialmente attraversavano. Accanto all’analisi di alcuni specifici nodi ferroviari e tranviari, come Casarsa, Pordenone, Codroipo e San Daniele del Friuli, la pubblicazione analizza la storia di varie linee ferroviarie – come la «Veneto-Illirica» (Mestre-Trieste via Udine), la Portogruaro-Casarsa-Gemona, la Motta- S. Vito, la Udine-Cervignano, la Palmanova-S. Giorgio di Nogaro e la Cividale-Caporetto – o delle diverse ipotesi progettuali che animarono il dibattito sulle infrastrutture ferroviarie nei primi decenni del XX secolo, come la Cividale-Podresca-Canale, la Comeglians-Sappada, o la Villa Santina-Dobbiaco. Completano il volume i saggi sul ruolo che le ferrovie ebbero in Friuli nel corso della prima guerra mondiale e una storia dell’unica tranvia elettrica extra urbana friulana, il «tram bianco» Udine-Tricesimo-Tarcento.
Romano Vecchiet è dal 1991 direttore della Biblioteca civica «Vincenzo Joppi» di Udine. In ambito biblioteconomico, oltre alla curatela di numerose pubblicazioni sull’argomento, si è interessato di biblioteche per ragazzi, biblioteche popolari e legislazione bibliotecaria. Da oltre vent’anni si occupa di storia e attualità delle ferrovie in Friuli.