A cura di Alessio Fornasin e Claudio Lorenzini
Fra il IV censimento della popolazione (1901) e il X (1961) l’Italia passò da 33 milioni di abitanti a oltre 50 milioni, nonostante che, fra i due intervalli, diverse congiunture avessero caratterizzato negativamente il suo andamento: due guerre mondiali e la pandemia di Spagnola. Nel ventennio fascista, lo sviluppo delle politiche demografiche fu particolarmente accentuato, sia verso la regolamentazione e promozione delle migrazioni che nell’intrusione (pubblica) delle scelte (private) dei singoli e delle famiglie. Sono, questi, alcuni dei fatti che maggiormente hanno condizionato la storia della popolazione italiana lungo tutto il Novecento e che le ricerche raccolte in questo volume trattano. Ma non solo: gli scritti qui riuniti affrontano molteplici altri aspetti delle grandi trasformazioni intercorse nel secolo passato: le guerre e la demografia di guerra, lo spopolamento montano, la storia della popolazione italiana fuori d’Italia, le migrazioni interne e internazionali, la storia della famiglia, le epidemie, la sanità. Nel loro insieme, queste ricerche non hanno la pretesa di raccontare ‘la’ storia della popolazione italiana del Novecento, ma dare un contributo di idee, interpretazioni, interrogativi ‘per’ questa storia e ‘per’ gli sviluppi di future ricerche su quel secolo che, sebbene sia stato la ‘culla’ della disciplina demografica nel nostro paese, manca ancora di una sua compiuta sintesi.
Alessio Fornasin insegna Demografia presso le Università di Udine e di Trieste. È presidente della Società italiana di Demografia storica.
Claudio Lorenzini si è addottorato in Storia: culture e strutture delle aree di frontiera presso l’Università degli Studi di Udine. Ha lavorato come storico ed antropologo. I suoi interessi principali di ricerca sono legati alla società ed all’economia alpina fra età moderna e contemporanea.