A cura di Bruno Figliuolo
All’inizio del Duecento le grandi città italiane, anzitutto Firenze, Genova e Venezia, grazie all’espandersi del loro raggio d’azione commerciale, conoscono uno straordinario sviluppo, che le porta a raggiungere e sopravanzare i maggiori centri economici europei e mediterranei. Gli uomini d’affari di queste città, soprattutto quelli fiorentini, mettono infatti in collegamento tutti i punti della carta geografica allora conosciuta e gettano le basi di quella che è stata suggestivamente definita ‘economia mondo’. Il volume ricostruisce genesi ed evoluzione della fitta rete di mercati intermedi in area soprattutto padana che permise a questi importanti centri produttivi italiani di stringere significative relazioni commerciali tra loro ma anche con le realtà locali più remote, come quelle appenniniche e pedemontane. Fu in particolare l’azione dei mercanti toscani, fondata sull’economia monetaria, a dare origine a un vero e proprio mercato integrato di tutta l’Italia e non solo, mettendo in comunicazione l’Africa settentrionale e il Medio Oriente – aree esportatrici di seta, spezie e oro – con l’Europa intera, grande produttrice di articoli tessili e d’artigianato, di legname e di derrate agricole. Si crearono così le basi per il rigoglioso sviluppo capitalistico dei secoli tardo medievali e di quelli successivi.
Bruno Figliuolo insegna Storia medievale all’Università degli studi di Udine ed è autore di numerosi saggi e di alcune monografie sulla storia della penisola italiana e dell’area mediterranea lungo tutto l’arco del Medioevo. Fa attualmente parte del comitato scientifico dell’Edizione nazionale dei testi della storiografia umanistica ed è condirettore della «Nuova Rivista Storica».