A cura di Anna Iuso
Il numero 23 di «Primapersona» prende le mosse dal dossier fotografico su Portella della Ginestra, luogo del celeberrimo eccidio, concesso in esclusiva alla rivista da Gianni Berengo Gardin e pubblicato nell’inserto centrale: un’istanza morale e civile, dunque, anima le pagine di questo numero che si divide tra l’omaggio alle vittime e la rivendicazione della verità sulle troppe stragi italiane. Ogni strage, come nel modello biblico, è una strage di innocenti, sopraffatti inermi da un nemico più grande, in una disparità di forze disumana. Tra i testi autobiografici, molte sono le memorie di stragi del passato, quelle nazifasciste, perché deve passare il tempo necessario per rievocare traumi così dolorosi; eppure ricordare si deve, anche le tragedie più recenti, come quelle degli anni di piombo, quella di Ustica o quella, solo geograficamente più lontana, dell’11 settembre. Ancora una volta la memoria si impone come testimonianza di ciò che è stato e domanda stringente: perché è stato?