Questo nuovo numero di Primapersona non segue un avvenimento, non rispetta un anniversario, non commemora. È un puro gesto di amore nei confronti della scrittura autobiografica, un numero che vuole portare i lettori dietro le quinte della scrittura del sé. Agende, quaderni scolastici, quaderni scritti a macchina e ricuciti con filo da pesca, fogli di calendario… tutto è buono per scriverci sopra, e a tutto corrisponde una storia. A mano scritti ne presenta 21, ognuna accompagnate dalla propria “carta d’identità”, la foto che mostra come si presentano i manoscritti quando arrivano all’Archivio di Pieve Santo Stefano. C’è il lenzuolo matrimoniale su cui Clelia Marchi ha narrato la sua vita dopo la morte del marito o i quaderni di Vincenzo Rabito, fogli battuti a macchina poi rilegati col filo da pesca. Sono capolavori di creatività della “cultura popolare”. Pezzi unici. Opere d’arte.
Pubblicata il 10.09.2017