Lorenzo Passera e Elisabetta Scarton
In un tempo non troppo distante da noi, prima dell’arrivo della firma digitale, si ricorreva all’uso di sigilli. La matrice di metallo o pietra dura era incisa in negativo con simboli, insegne araldiche, monogrammi o legende e veniva impressa su argilla, metallo, ceralacca. Tanto le autorità pubbliche quanto i privati disponevano di una o più matrici: custodite gelosamente (a volte incastonate in un anello), si potevano anche sostituire e ricreare ex novo per celebrare successi, battaglie, mutamenti di stato sociale. L’apposizione del sigillo autenticava un documento o garantiva la sua chiusura e quindi la riservatezza dei contenuti. Dai cilindri babilonesi ai sigilli etruschi e romani, fino a quelli rinascimentali, si ripercorrono le origini, l’uso e l’evoluzione di questo strumento diplomatico.
Lorenzo Passera è docente di Numismatica presso l’Università di Udine. Ha studiato temi e problemi delle principali serie monetali antiche e medievali; da tempo si occupa di stemmi e sigilli aquileiesi in relazione alla monetazione.
Elisabetta Scarton è docente di Storia medievale presso l’Università di Udine. Si occupa di diplomazia rinascimentale, di società e istituzioni basso-medievali con particolare attenzione al patriarcato di Aquileia e alla Napoli aragonese. Dal 2022 è delegata del Rettore per il Public Engagement.