A cura di Fabiana Savorgnan di Brazzà
I contributi riuniti in questo volume costituiscono gli atti del convegno dedicato a Caterina Percoto (1812-1887) nel bicentenario della nascita, promosso dal Comune di Manzano (Udine) in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Udine. Gli interventi delineano un quadro criticamente aggiornato della vita e dell’esperienza narrativa della scrittrice friulana. Alle relazioni tenute da studiosi che hanno una prestigiosa familiarità con l’autrice sono state affiancate una serie di indagini affidate a giovani ricercatori, i quali si sono assunti il compito di avviare un progetto di edizione dell’Epistolario della Percoto. Il contributo introduttivo, notevole per l’organicità reinterpretativa della sua figura e per la forza di pathos critico, è seguito da studi che vanno dalla rievocazione dei paesaggi reali e ideali vissuti nei racconti alla problematica antropologica, alle peculiarità della lingua. Nella sezione del volume dedicata allo studio dell’Epistolario, accanto all’impostazione filologica tradizionale, assume rilievo la parte riservata all’ausilio delle tecnologie informatiche. Fa da coronamento una descrizione di documenti e testi conservati nel Fondo Percoto della Biblioteca Civica “V. Joppi”, che ha allestito la mostra “Il mondo di una scrittrice. Caterina Percoto dai documenti originali”.
Fabiana Savorgnan di Brazzà, ricercatrice in Letteratura italiana presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Udine, ha privilegiato le ricerche sul Settecento e Ottocento, con particolare attenzione ai rapporti tra Friuli e Veneto. Ha pubblicato la corrispondenza Michele Barbi-Renata Steccati (2009). Si è inoltre occupata dell’attività letteraria di alcune donne friulane (Scrittura al femminile dal Cinquecento al Settecento, 2011; La più squisita e la più istruttiva delle conversazioni. I carteggi letterari di Lavinia Florio Dragoni. 1789-1811, 2013). Ha condotto ricerche nel campo della letteratura di viaggio, con particolare riguardo a Pietro e Giacomo Savorgnan di Brazzà.