A cura di Sandro Fabbro
Il Modello Friuli rappresenta l’unico processo di ricostruzione, di ampia scala, attuato con successo in Italia. Tramite il contributo di alcuni esperti che hanno partecipato, da protagonisti, alla ricostruzione dopo il terremoto del 1976, il volume cerca di definire cosa sia stato e i motivi per cui risulta difficilmente replicabile nonostante l’indubbio successo e il generale apprezzamento che ancora lo circonda. Esso è, innanzitutto, un modello autocentrato di ricostruzione territoriale. Oggi può apparire inattuale non tanto perché obsoleto o troppo legato ad uno specifico contesto spazio-temporale, quanto perché poco compatibile con riorganizzazioni spaziali gerarchiche e politiche neo-centralistiche: si ispira infatti ad una autonomia e ad una firmitas dei territori che va oltre l’attuale fragilità dei poteri locali. Il Modello Friuli, nei suoi principi di fondo, attende di essere ripreso e rilanciato non solo come risposta ai recenti eventi sismici, ma anche come ‘grammatica’ del governo del territorio tout court, poiché ha anticipato efficacemente relazioni spaziali e tra i poteri fondate sulla missione ultima di ogni territorio che voglia sopravvivere nel tempo nonostante crisi o catastrofi: costruire solide alleanze tra comunità locali, conoscenza (anche tecnica) e politica.
Testi di Diego Carpenedo, Luciano Di Sopra, Sandro Fabbro, Giovanni Pietro Nimis, Roberto Pirzio Biroli, Enzo Spagna.
Sandro Fabbro è professore di Urbanistica e Pianificazione Territoriale presso il Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura dell’Università degli studi di Udine. Nel suo primo libro La Ricostruzione del Friuli (Il Campo, 1985) documentava in corso d’opera l’andamento altamente positivo del processo di ricostruzione in Friuli dopo il sisma del 1976. In risposta alle conseguenze devastanti della crisi in atto, è oggi propugnatore di un piano di rigenerazione del capitale territoriale regionale che può trovare, nei principi del Modello Friuli, ispirazione etica e scientifico-culturale.