A cura di Enos Costantini
Centovent’anni fa le viti si arrampicavano sugli alberi: nulla era cambiato dai tempi di Roma. Sessant’anni fa la viticoltura promiscua era ancora largamente prevalente rispetto a quella specializzata. Il vino era in buona parte autoconsumato o commerciato su mercati a breve raggio. In regione si beveva il doppio di quanto si produceva; ora si esporta la metà di quanto si produce. I cambiamenti epocali intervenuti negli ultimi decenni non devono però far perdere la memoria: un vino senza radici è senz’anima e senza fascino. Questo volume apre un ampio squarcio di luce sulla storia vitivinicola del Friuli, in particolare su periodi rimasti sinora in ombra, e approfondisce alcune attività collaterali che oggi andrebbero sotto il nome di ‘indotto’. Viene qui presentata poi per la prima volta la storia vitivinicola di Trieste con un esauriente saggio che si dipana, secolo dopo secolo, fra il Carso e il mare. Il libro, nona pubblicazione della collana ‘Storia regionale della vite e del vino’, intende contribuire alla conoscenza dell’estremo lembo nord-orientale d’Italia, una piccola regione che ha saputo ritagliarsi un grande nome anche grazie ai suoi vini.