Ulderica Da Pozzo
«Ero una bambina che immaginava un luogo da lontano, che lo sentiva evocare nelle parole come uno spauracchio. Un luogo dei matti»: con questa testimonianza Ulderica Da Pozzo ci introduce nel suo inedito viaggio nell’ex Ospedale psichiatrico di Sant’Osvaldo a Udine. Da fotografa capace di grande empatia, ha saputo aprire le porte chiuse di quel luogo e attraversarne i confini fisici per liberare memorie, per far parlare attraverso tracce e segni minimi tante voci dimenticate, per far riemergere umanità da un luogo apparentemente vuoto e desolato, eppure ancora ricco di senso, di cruciali significati individuali e collettivi.
fotografa professionista dal 1980, ha approfondito lo studio del linguaggio fotografico con Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico, Oliviero Toscani, Franco Fontana. Collabora e pubblica su testate di tiratura nazionale. Alterna all’attività professionale lavori di ricerca sui quali sono state realizzate numerose mostre. Tra i suoi lavori monografici più recenti, Luci a Nordest (2011, con Paolo Rumiz), Stanze (2013), Udine. Segni sul vivo (2016).