A cura di Camillo Brezzi, Luigi Burroni, Natalia Cangi e Loretta Veri
«C’era, ormai, come un rumore speciale, un fruscio di germogli che saliva dall’Archivio, dopo tanti anni che si riempiva di storie di italiani; un rumore che era fatto di questo insieme di voci di tanti ‘senzastoria’ che raccontavano la storia di un popolo. E noi avevamo il privilegio di ascoltare questo rumore speciale» (Saverio Tutino).
Diari, agende, manoscritti, epistolari, fogli di calendario, addirittura un lenzuolo: scritture di persone comuni che hanno raccontato l’Italia da un punto di vista assolutamente inedito. Memorie private che da storie singole e personali sono diventate storie collettive e universali. Un patrimonio unico, un’eredità comune di testimonianze spesso ignorate o dimenticate che Saverio Tutino pensò di raccogliere in uno spazio pubblico capace di custodirle, catalogarle e rivitalizzarle. Nel 1984 fondò così l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, un piccolo centro della val Tiberina divenuto presto ‘Citta del diario’. In occasione dei quarant’anni di vita dell’Archivio esce questo volume in cui testi e immagini incentrati su alcune parole ricorrenti che risuonano fra gli scaffali – come futuro, patria, diritti, libertà, amore… – offrono un saggio della varietà e della bellezza di quel ‘rumore speciale’ di tanti senzastoria che raccontano la vita di un popolo.
Camillo Brezzi è stato docente ordinario di Storia contemporanea all’Università di Siena-Arezzo ed è direttore scientifico della Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.
Luigi Burroni, fotografo, collabora alla gestione del Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano e fa parte del team ‘attivalamemoria’.
Natalia Cangi è direttrice organizzativa della Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e presidente della Commissione di lettura del Premio Pieve Saverio Tutino.
Loretta Veri è responsabile del fundraising per la Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e collabora alla gestione del Piccolo museo del diario.