Riassunto: Di fronte all’affermazione di un’etica di libera espressione dell’individualità di ciascuno, di fatto i Beats non sembrano essersi interrogati sulle norme sociali riguardanti la parità fra i generi, perpetrando, anzi, gli stessi comportamenti maschilisti che governavano la società dell’epoca. Pur se le donne aderivano allo spirito contro-culturale dei loro compagni e ne accettavano lo stile di vita alternativo, con conseguente emarginazione da ogni contesto familiare e sociale, il loro ruolo in seno alla comunità non differiva da quello di ogni ossequiente moglie borghese. Figure come quella di Elise Cassidy e Hettie Jones ne sono testimonianza – la prima ricordata semplicemente come colei che dattiloscrisse per Allen Ginsberg e, insieme al marito, fece da riferimento sociale per l’intera comunità beat, la seconda come moglie di LeRoi Jones, editrice e divulgatrice delle loro opere –. Del loro apporto intellettuale, per quanto limitato dalla poca solidarietà dei compagni, pochissimi sono gli accenni. Maggior riconoscimento ebbe Diane di Prima che, pressoché unica donna ad ottenere considerazione per la sua arte, riuscì ad equilibrare la propria adesione agli ideali dei Beat e ad affermare la sua individualità.
Parole chiave: Beat generation, Poesia, Donne
Keywords: Beat generation, Poetry, Woman
Contenuto in: Donne, politica e istituzioni: il tempo delle donne
Curatori: Silvana Serafin e Marina Brollo
Editore: Forum
Luogo di pubblicazione: Udine
Anno di pubblicazione: 2013
Collana: Donne e società
ISBN: 978-88-8420-798-2
ISBN: 978-88-8420-970-2 (versione digitale/pdf)
Pagine: 81-93
DOI: 10.4424/978-88-8420-798-2-07
Licenza:
Per citare:
Daniela Ciani Forza,
«Ma dov’erano le poetesse beat?», in
Silvana Serafin e Marina Brollo (a cura di),
Donne, politica e istituzioni: il tempo delle donne, Udine, Forum, 2013,
pp.
81-93