Christina Savino
Giovanni Battista Rasario (1517-1578) ebbe immediato successo nel Rinascimento come traduttore dal greco di Galeno (129-216 d.C.), figura fondante della tradizione medica occidentale, e Oribasio (ca. 325-400 d.C.), medico personale dell’imperatore Giuliano. Dal primo Novecento le sue traduzioni furono esaminate da alcuni grandi della filologia classica germanica, guidati da Hermann Diels a capo del Corpus Medicorum Graecorum, e in molti casi si rivelarono come falsi. Da allora la taccia di falsario ha appiattito la figura di Rasario su un’immagine che non rende giustizia alla complessità e alla ricchezza della sua opera. In un serrato dialogo con la storia della filologia questo saggio ricostruisce il profilo di un umanista trascurato, inserendolo nel panorama degli studi sulla tradizione dei classici, e in particolare dei testi medici greci.
Christina Savino, dottore di ricerca in Scienze dell’Antichità all’Università degli studi di Udine, borsista post-doc presso il Corpus Medicorum Graecorum (CMG) dell’Accademia delle Scienze di Berlino, ricercatrice presso l’Institut für Klassische Philologie della Humboldt Universität fino al 2015, insegna attualmente nei licei e collabora alla didattica delle lingue classiche con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo udinese. Autrice di numerosi saggi, ha pubblicato l’edizione critica del Commento di Galeno agli Aforismi di Ippocrate, VI, per la serie del CMG (2020).