A cura di Fabiano Miceli
Alla luce dei cambiamenti richiesti da una gestione sostenibile delle risorse agricole e alimentari, il tema della biodiversità in agricoltura ha assunto un nuovo rilievo. A partire dagli anni Sessanta del Novecento, anche in Friuli si sono verificati profondi mutamenti nel lavoro agricolo: la diffusione massiccia del mais ibrido e, più recentemente, della soia, ha progressivamente marginalizzato molte colture tradizionali, spesso abbandonate. Oggi, per riscoprire la diversità delle piante coltivate e conoscere le persone e le ragioni che ne hanno permesso la sopravvivenza – magari solo negli orti familiari – è necessario rivolgersi alle comunità che ancora vivono in montagna. Qui, nonostante le crescenti difficoltà nel conciliare le esigenze materiali con uno stile di vita non alienante, alcune tradizioni resistono. Questo volume, interamente dedicato al Friuli, vuole valorizzare un territorio che si distingue per la sua ricchezza geografica, storica e culturale, e che quindi rappresenta un osservatorio privilegiato per riflettere sul rapporto tra agricoltura e biodiversità.
Fabiano Miceli, già docente di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Università di Udine, si è occupato di ecologia e fisiologia della produzione in colture erbacee. Esperto di risorse genetiche vegetali d’interesse agrario, da oltre vent’anni è attivo sui temi della diversità e dell’evoluzione delle piante coltivate. È stato curatore della Banca del Germoplasma Autoctono Vegetale (FAO ITA 368). È autore o coautore di oltre 120 pubblicazioni a stampa.