Claudio Gabrio Antoni
La rappresentazione dello spazio in letteratura viene percepita essenzialmente quale dato derivante dalla volontà descrittiva dell'autore, ma che cosa accade quando a questa si aggiunge un'ulteriore componente spaziale? È questo il caso del presente saggio nel quale, alle abituali coordinate di uno spazio quantitativo e qualitativo in cui si muovono i personaggi, si sovrappone un'interpretazione della storia intesa quale estensione e contrazione di spazi che, in forma metaforica, sono sempre parte integrante del linguaggio dello storicismo europeo. Da tale prospettiva si esaminano quattro autori appartenenti a diverse letterature della tradizione occidentale che reagiscono in modo differente di fronte alle progressive chiusure di una tradizione storica, quella della civiltà ottomana prossima al disfacimento, subendo allo stesso tempo l'imposizione stilistica di registrare nei loro scritti le contrazioni di estensioni e percorsi sui quali si sono misurati i concetti di progresso e di decadenza di un impero al tramonto.