Paola Cosolo Marangon
«D’un tratto avvertivo la voglia di uscire, di vedere come stavano le rane, i lombrichi che avevano fatto il nido sotto l’albero cavo. Avrei voluto alzare gli occhi al cielo e cercare, tra la miriade di stelle, una nuova, luminosa e splendente, per me. Mia madre stava diventando sicuramente una stella».
La storia di due donne, madre e figlia, la storia di una famiglia. La mamma, Maria, che muore giovane e la figlia, Rosa, che ne ricostruisce la vita. Il racconto, che si apre e si chiude sull’evento più doloroso per entrambe, quasi a voler suggellare la circolarità dell’esistenza, ci porta – attraverso una narrazione limpida, schietta, che nasce dagli occhi e dalla voce di una bambina – nel Friuli e nell’Italia del dopoguerra. La nascita e la morte che si danno il passo, descritte con estremo pudore e dignità, i legami, gli amori, gli incontri, le esperienze che segnano il cammino di ciascuno di noi lasciano intravedere alla fine, nelle semplici parole della piccola Rosa, la speranza di riscatto dalla finitezza della condizione umana: «in fondo la morte esiste solo per chi ci crede».
è formatrice e consulente educativa. Fa parte dello staff del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza (CPP). Vicedirettrice della rivista «Conflitti», è autrice di numerose pubblicazioni. Tra le opere di narrativa ricordiamo La casa lungo la ferrovia (2018) – di cui Storia di Rosa rappresenta la continuazione – e Case temporanee per montanari erranti (2020).