Marta Mauro
Anna nasce il primo gennaio del 1700 in una piccola comunità delle Alpi Orientali, zona insieme di confine e di scambi, dove la vita si snoda tra superstizioni e credenze, ma anche tra antichi saperi e saggezze. L’anno che sta finendo transita gli uomini a un nuovo secolo e il passaggio è carico di timori: mettere al mondo un figlio significa un’altra bocca da sfamare ma la nascita è anche un momento di condivisione sociale. Anna, per sorte, crescerà diversa dalle sue coetanee, sperimenterà un intenso rapporto con la natura e nonostante la sua vita sia già stata tracciata dalla famiglia, sarà capace di decidere del proprio destino. Divenuta un’esperta ‘medisinaria’ come sua madre, saprà soccorrere chi ha bisogno, senza farsi intimorire da pregiudizi e diffidenze, e saprà anche vivere l’amore e la morte, attraversandoli.
Marta Mauro è nata sull’Appennino toscano, ha soggiornato nel medioevo padano di Matilde di Canossa, è diventata adulta attraversando ogni giorno la chiesa di Sant’Ambrogio a Milano. Non poteva che diventare una storica dell’arte. Nell’ambito di queste competenze si è occupata di divulgazione, ha scritto di artisti contemporanei, è stata conservatrice di un piccolo museo etnografico e redattrice dei Quaderni dello stesso museo. Per i tipi del Menocchio ha pubblicato i racconti Come se dovessero acchiappare farfalle in volo e il romanzo Un altro maggio altrove.