A cura di Roberto Calabretto
La straordinaria musicalità dei versi di Andrea Zanzotto è tale da non poter sopportare alcuna forma di commento sonoro: sarà forse per questo che la sua produzione non ha particolarmente ispirato il gesto compositivo dei maestri del Novecento, al contrario di tanti altri poeti del secolo scorso le cui opere hanno avuto molte ‘rivisitazioni’ musicali. Pochi hanno tentato l’impresa di mettere in musica i suoi versi, cercando di cogliere quell’alone «dove i suoni possono dialogare con le parole per portare alla mente, al cuore, quello che la poesia dice ma non dice del tutto». In questo volume sono raccolti gli interventi di musicisti che hanno dialogato con la poesia di Zanzotto e di studiosi che hanno unito il nome di Zanzotto al cinema di Federico Fellini, a quel «gran circo pieno di sorprese e di inciampi vitali».