Helen Epstein
A cura di Elisa Renso
L'opera prima di Helen Epstein (1979) affonda le proprie radici nella storia personale e familiare dell’autrice per poi estendere lo sguardo a un’intera generazione. Collocato a metà strada tra biografia, autobiografia e reportage, questo libro ormai classico (tradotto anche in francese, tedesco, ceco, svedese, giapponese) si sviluppa seguendo due binari paralleli. L’autrice spiega le dinamiche della propria famiglia scavando nei ricordi e nel doloroso passato dei genitori, ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti; cerca inoltre un confronto con altri figli dell’Olocausto, i nati dopo la fine della Seconda guerra mondiale che hanno scontato le conseguenze psicologiche della persecuzione. La volontà di documentarne le voci e di confrontare la propria storia con la loro spingono la Epstein a viaggiare in Europa, Israele e Stati Uniti per intervistare centinaia di persone che condividono quel vissuto. Il risultato è un percorso drammatico e coinvolgente, un distillato di rigore e umanità attraverso cui l’autrice svela gli effetti a lungo termine della Shoah come trauma individuale, familiare e collettivo.
Nata a Praga nel 1947 da genitori sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti, Helen Epstein è cresciuta a New York. Ha studiato musicologia e giornalismo negli Stati Uniti e in Israele; scrittrice e giornalista, ha insegnato in varie università americane. L’avvincente saggio-romanzo Di madre in figlia, tradotto in italiano in questa collana (2007), è stato pubblicato anche in ceco, tedesco, olandese, ungherese, giapponese, spagnolo e francese. La Epstein, esperta di scrittura biografica e autobiografica, ha tracciato con intensità e accuratezza anche i profili biografici di celebri musicisti.