A cura di Francesco Benozzo
Nell’estesa alta marea che copriva di silenzio le terre della poesia in tutta l’Europa alto-medievale, presso le coste del Galles emersero alcuni tavolati rocciosi, dalle morfologie nuove e potenti, modellati da secoli di tradizione poetica. Si tratta dei canti dei bardi, i cantori errabondi eredi della grande tradizione sciamanica che caratterizzò per millenni la nostra percezione del mondo. I testi che qui vengono tradotti – che in quanto ‘testi’ rappresentano naturalmente solo una parte di ciò che furono le performances orali e cantate di questi poeti celtici – sono caratterizzati da una propensione visionaria, fortemente legata agli elementi del paesaggio fisico, e da un profondo anelito sapienziale e animistico, che non ha eguali nel mondo occidentale.
Al libro è allegato un CD in cui l’autore esegue e reinterpreta all’arpa bardica alcuni dei componimenti tradotti.
Francesco Benozzo è professore di Filologia e linguistica romanza all’Università di Bologna. Coordinatore del dottorato di ricerca in Studi letterari e culturali, è autore di oltre 700 pubblicazioni, dirige tre riviste scientifiche internazionali ed è il responsabile di diversi centri di ricerca inter-universitari. Poeta e musicista, dal 2015 è stabilmente candidato al Premio Nobel per la Letteratura, con candidature rese pubbliche dal PEN International.