A cura di Bruno Micali e Gianpaolo Chendi
La seicentesca chiesa di Sant’Antonio da Padova, sorta su un precedente sedime d’epoca medioevale, è un’attrazione culturale e turistica insolita per Aquileia, dove storicamente ha prevalso l’interesse per la romanità e il Patriarcato. L’elaborata composizione della facciata, con statue e un bel portale lapideo, e gli interni, decorati con affreschi, stucchi e sculture, evidenziano influenze barocche, tratto caratterizzante del contesto culturale di una città di confine tra Austria e Venezia nel XVI-XVIII secolo. Gli interventi di restauro architettonico e artistico, le cui diverse fasi sono illustrate dettagliatamente nel volume, assieme alle indagini scientifiche in seguito effettuate, hanno svelato le valenze artistiche e fornito nuove conoscenze storiche riguardo a questo edificio. Il restauro, inoltre, ha consentito di scoprire, sulle pareti della chiesa, numerose e commoventi testimonianze di fede e umana pietà nelle scritte lasciate dai soldati italiani durante la Grande Guerra, e ricerche recenti hanno permesso anche di individuare nomi e vicende di alcuni di essi.
Bruno Micali, architetto, si è occupato di beni culturali e della loro tutela realizzando in tutta la regione importanti restauri su edifici monumentali, tra cui il complesso basilicale di Aquileia e l’intervento sulla chiesa di Sant’Antonio da Padova, per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia. È autore di diversi saggi storici e sul recupero architettonico in ambito regionale.
Gianpaolo Chendi, studioso di storia e archeologia del territorio aquileiese, è autore di saggi di interesse locale. È stato tra i principali promotori di questa pubblicazione.