A cura di Enrico Biasin, Raffaella Canci e Stefano Perulli
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio cambiamento di paradigma per ciò che concerne la tutela dei beni culturali in Italia. II principio che attualmente sembra dettare legge è quello della ‘cartolarizzazione’, con la creazione di agenzie e società (SCIP, Agenzia del Demanio, Patrimonio s.p.a.) adibite alla compilazione di elenchi di beni pubblici (culturali e ambientali) di possibile alienazione. In virtù di questa recente e complessa accelerazione legislativa, il nostro patrimonio culturale pare trasformarsi in un immenso bacino di utenza finanziaria dal quale attingere indiscriminatamente fondi e strutture. La pubblicazione propone una riflessione collettiva per cercare di comprendere come tutto ciò sia potuto accadere.