Il grande pedagogista ed educatore brasiliano Paulo Freire si confronta con alcuni dei più urgenti problemi educativi del mondo contemporaneo. Lo fa dialogando con Donaldo Macedo, esponente di primo piano della pedagogia radicale e dei cultural studies educativi. La forza del testo è la stessa del grande classico di Freire: La pedagogia degli oppressi. Ma le questioni sono quelle con cui ci si scontra nelle aule e negli altri contesti educativi di oggi: il multiculturalismo, la razza, le questioni di genere. Sullo sfondo autrici fondamentali del più recente pensiero femminista e postcoloniale come Gayatri Chakravorty Spivak, bell hooks, Tony Morrison. In un serrato botta e risposta Freire e Macedo toccano diversi temi: la differenza fra insegnanti e facilitatori, il ruolo del dialogo come processo di conoscenza e apprendimento, i pericoli di una meccanizzazione della didattica, la non neutralità dell’educatore, il rischio di ridurre ‘razza’ e ‘cultura’ a concetti monolitici che non rendono conto della pluralità delle esperienze di allievi e docenti. Il tutto con un tono aperto e diretto, che si rivolge a insegnanti ed educatori, discutendo sul loro stesso terreno i problemi con cui hanno ogni giorno a che fare.