A cura di Augusta Eniti
Novella Cantarutti appartiene alla generazione di letterati che, alla fine della seconda guerra mondiale, si dedicò all’uso della propria lingua, in poesia e prosa, e allo studio della vita tradizionale friulana, nella varietà e nella complessità dei suoi campi, dall’oralità al costume, alle consuetudini. Nella sua scrittura usa sempre la varietà del friulano occidentale che si parla a Navarons, in Val Meduna, e di quella zona illustra gli aspetti, senza trascurare altre parti del Friuli e della Carnia. I suoi primi testi poetici escono nel 1952 e sono frutto dell’esperienza di un’autrice che condivide le esigenze innovatrici espresse sia da Pier Paolo Pasolini nell’‘Academiuta di lenga furlana’, che da Giuseppe Marchetti. Nel 1989 raccoglie i versi pubblicati in precedenza e gli inediti nel volume In polvara e rosa (In polvere e in fiore) mentre le prose appaiono in Sfueis di chel âtri jeir (Fogli di un altro ieri), del 1997. Recente il volume di poesie Clusa (2004). Un volume di prose italiane, Segni sul vivo, è del 1992. Tra i numerosi contributi riguardanti la vita tradizionale ha curato, con Giuseppe Bergamini, il volume Spilimbèrc (Spilimbergo) (1984) e la monografia Commun di Frisanco (1995). Nel 1988 è uscito La collezione Perusini: ori, gioielli e amuleti tradizionali, in collaborazione con Gian Paolo Gri. Nel 2001 ha curato la ristampa, arricchita, di Oh, ce gran biela vintura!..., testi di tradizione orale tra il Meduna e le convalli, che raccoglie i frutti di indagini condotte a partire dal 1946. Di recente ha ripreso ed ampliato le leggende dei castelli nel volume Raccontare di castelli in Friuli (2002).