Friederike Mayröcker
A cura di Marco Rispoli
Rivolgendosi idealmente alla persona amata, una donna rievoca gli addii della propria storia d’amore, le infinite separazioni di cui si compone il dolore del mondo. In una fitta trama di immagini, sogni, ricordi e presagi il linguaggio onirico di questa prosa intona una dolente elegia sulla fragilità delle relazioni e delle cose del mondo. Nell’evocare la figura dell’amato Valerian, nel volgersi a lui in un dialogo immaginario e di continuo interrotto, l’io sembra tuttavia ricomporre i frammenti della realtà quotidiana, quasi a riprodurre e a differire l’ineluttabilità dell’addio, quasi a ricucire i lacerti di un variopinto mantello dentro cui avvolgere la vulnerabilità umana