A cura di Elena Fabbro
Nell’opera di Pier Paolo Pasolini, così varia e magmatica, il mito greco torna come una costante profondamente radicata. Nei diversi linguaggi da lui sperimentati – poesia, teatro, cinema – egli continuò a rivisitare il mondo e il racconto mitico sempre ricercando, sia pur in modo provocatorio e mai sistematico, modelli di lettura del presente: da una parte il nucleo ideologico-politico della tragedia attica, scandita dalla razionalità e dalla parola, dall’altra la Grecia arcaica, prerazionale e ‘barbarica’, che si esprime mediante i linguaggi non verbali del rito, del gesto, della musica e della danza. Ma sempre senza spazio per evocazioni autoconsolatorie di felicità remote: il mito antico fornisce una trama buia e scabra in cui proiettare i miti, altrettanto feroci, del presente.