Da David a Saatchi
Trattato di sociologia dell'arte contemporanea
Che cosa c’è in comune tra David e Saatchi? Tra il pittore ufficiale della Rivoluzione e di Napoleone e l’attuale zar mondiale dell’industria pubblicitaria che, nel 1997, ha organizzato la repellente mostra ‘Sensations’? Tra la Morte di Socrate, manifesto delle virtù civiche, e le carogne putrescenti di Damien Hirst? In questo libro si tenta di dare risposte a questi interrogativi, analizzando i processi sociali che sottendono a quella che nell’ordinamento universitario italiano è chiamata, un po’ paradossalmente, ‘arte contemporanea’. Ad esempio: a partire dalla fine del Settecento, la borghesia trionfante ha trovato nell’arte uno dei surrogati laici della religione e un elemento dell’identità nazionale. Sono avvenute la feticizzazione dell’artista come genio creatore e la scissione tra estetica ed etica. La pittura ‘accademica’ ha raggiunto livelli tecnici non ulteriormente superabili. Nel Novecento, la fotografia, la pubblicità e il cinema hanno relegato l’arte d’avanguardia (AC) a ristrette élites. I magnati americani (i Guggenheim, i Rockefeller) si sono affidati agli intellettuali di sinistra nella sua promozione, riconoscendo in essa il luogo privilegiato dell’innovazione, logica centrale del ciclo produzione-consumo. Nel secondo dopoguerra si è operata l’istituzionalizzazione delle ‘rivoluzioni artistiche’ (la pubblica ‘sovvenzione della sovversione’) e l’AC è stata utilizzata come arma psico-culturale durante la ‘guerra fredda’. Negli ultimi decenni essa è stata integrata nel sistema globale della finanza e dei media: l’AC come ‘reparto meraviglie e scandali’ del mercato e delle industrie culturali.
titolo: Da David a Saatchi
sottotitolo: Trattato di sociologia dell'arte contemporanea
autore: Raimondo Strassoldo
editore: Forum
luogo di pubblicazione: Udine
anno di pubblicazione: 2010
formato: cm 17x24
pagine: 540
prezzo versione cartacea:
35,00 €
sconto 5%
ISBN: 978-88-8420-643-5