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Età Romana

Fondazione Aquileia

Il foro romano ad Aquileia.
Il foro romano ad Aquileia. La maggior parte della decorazione scultorea e architettonica del complesso andò perduta tra la fine del V e l'inizio dell’VII secolo.
Il porto fluviale ad Aquileia
Il porto fluviale ad Aquileia, luogo di intensi traffici commerciali fra l'area transalpina e i mercati mediterranei.

Durante il III secolo a.C. crebbe l’interesse dei romani per il territorio regionale, che Tito Livio chiamava Carnorum regio (‘regno dei Carni’). Una consistente migrazione di popolazioni celtiche dal nord delle Alpi, che miravano a consolidare la loro presenza nella Bassa friulana – area strategica per il controllo delle vie commerciali con l’est, oltre che in funzione anti-illirica – scatenò nel 186 a.C. la reazione di Roma, che cinque anni più tardi, nel 181 a.C., portò alla fondazione del municipium di AQUILEIA.

L’istituzione del municipium aquileiese e il consolidamento dell’insediamento romano in Friuli furono conseguenza della necessità di costituire un assetto difensivo potente e ben organizzato per l’Impero. L’espansione verso l’Europa settentrionale e orientale esigeva il controllo di quello che fu, da allora, il confine orientale d’Italia. Nacquero così gli altri municipia, stabiliti da Giulio Cesare, contribuendo a promuovere un processo di latinizzazione della regione rapido e massiccio: Iulia Concordia (Concordia Sagittaria), Iulium Carnicum (Zuglio) e Forum Iulii (Cividale del Friuli).

Il territorio dei quattro municipia superava i confini dell’odierno Friuli, comprendendo anche il Cadore, abitato dai galli catubrini, una popolazione celtica affine a quella dei galli carni.
La città di Aquileia si sviluppò rapidamente come centro emporiale, portuale e militare, divenendo con l'imperatore Augusto la capitale della X Regio Venetia et Histria, che andava dall’attuale Lombardia alla Slovenia, e costituendo la base di partenza per la successiva espansione romana verso le terre danubiane e balcaniche.

La romanizzazione della regione favorì in modo significativo l’intensificarsi dei traffici commerciali che univano le città a cavallo delle Alpi, e fu durante tale fase che la lingua latina si affermò come codice linguistico primario.
Punto nevralgico per i trasporti e le comunicazioni, la regione fu dotata di un’ampia rete di vie di collegamento tra le principali arterie dell’Italia e l'oltralpe. L’organizzazione agraria e insediativa del territorio, con la centuriazione e la distribuzione delle terre ai coloni (solitamente veterani dell’esercito accompagnati dalle famiglie e dagli schiavi), diede notevole impulso all’economia della regione, accrescendo la ricchezza della popolazione.