PIGNARÛI
L’accensione rituale dei fuochi rappresenta una delle tradizioni più fertili e durature in Friuli, in cui si possono scorgere elementi di sorprendente continuità e, insieme, percorsi di importante innovazione. In determinati periodi dell’anno, soprattutto la sera dell’Epifania (6 gennaio), nelle campagne a ridosso dei paesi si dà fuoco a ciò che resta del raccolto. La direzione presa dal fumo e dalle faville è oggetto di interpretazione: si discute se l’anno nuovo sarà fausto o infausto. Anche per questa ragione la pira viene accesa da un bambino, simbolo dell’innocenza.
La compagnia dei giovani del paese, che contribuisce all’allestimento del pignarûl e alla sua accensione, a dimostrazione della prestanza fisica dei suoi membri, in alcune località salta attraverso le fiamme del fuoco, scavalcando il fumo e le braci. Fino a tempi recenti, l’accensione dei fuochi era molto diffusa anche in occasione della notte di san Giovanni (24 giugno) o di san Pietro (29 giugno), ovvero in corrispondenza del solstizio d’estate.
L’aggregazione che il fuoco determina in questi momenti rituali ha dei corrispettivi simbolici e materiali molto profondi. La necessità di dimenticare, distruggendolo, ciò che è stato scartato e di risvegliare la natura per la nuova stagione produttiva è uno di questi. Con fûc si indicava però anche la famiglia, il gruppo dei conviventi sotto lo stesso tetto, ossia la ‘cellula minima’ che costituiva l’unitarietà dei villaggi.
Permane in Carnia e nel Canal del Ferro una tradizione legata al fuoco ancor più peculiare, quella del lancio delle cidules. Piccole rotelle in legno vengono rese incandescenti e lanciate da un’altura. Nel lancio, i giovani del paese esprimono gli auspici per la propria comunità: i legami sentimentali, veri, voluti, presunti... In occasioni prestabilite, come la festa del patrono, la commemorazione dei morti (2 novembre) e dei santi (1 novembre), soprattutto durante il ciclo delle dodici notti fra Natale e l’Epifania, questi lanci si ripetono ancora oggi in molti paesi della montagna friulana.
Fuochi. Gioventù e rituali in alta Carnia. Val Degano, Val Pesarina e Valcalda
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